Ambizioni politiche da capitano reggente. Il caso sammarinese e le sfide austriache.
L’assaggio di Stato estero in terra italiana ci ha stimolati ad approfondire la storia della Serenissima Repubblica di San Marino, le sue peculiarità, fin dalle sue origini, alla sua indipendenza, che la rende, secondo la tradizione, la più antica repubblica del mondo tuttora esistente. I suoi simboli, tra cui la bandiera e lo stemma visibile anche sulle targhe automobilistiche, fino a giungere ad alcune considerazioni di carattere sociale e politico.
In questo microcosmo, i sammarinesi sembrano poter vantare uno dei più elevati tassi di aspettative di vita al mondo, anche se emerge che una parte di loro che vivono all’estero, sceglie di uscire dai loro confini per vivere soprattutto in Italia. D’altronde, San Marino può vantare rapporti privilegiati proprio con l’Italia, con cui è legata da accordi bilaterali, così come con l’UE: grazie a ciò, infatti, può persino coniare le monete euro sammarinesi, una vera chicca per i collezionisti.
Immergendomi, poi, nello studio dei suoi organi istituzionali, devo ammettere di aver seriamente congetturato sulla possibilità di ottenere la cittadinanza sammarinese, con lo scopo di ricoprire fra qualche anno la carica di capitano reggente della repubblica.
Tra l’altro, detiene il primato mondiale del più breve mandato di Capo di Stato, giacché rimane in carica per soli sei mesi. Così potrei pure ambire a esperienze politiche molto diverse tra loro, nei vari Paesi in cui mi sarà consentita la possibilità di conservare cittadinanze plurime, altro argomento che ha meritato una lunga digressione di approfondimento.
Con la costruzione minuziosa del mio percorso politico da Capitano reggente sammarinese, perdiamo cognizione delle distanze percorse e ci avviciniamo rapidamente al confine nazionale, verso l’Austria, con l’urgenza di dover preliminarmente risolvere la questione Vignette, il pedaggio/bollino necessario a percorrere le autostrade austriache, senza incorrere in una multa.
Dove sarà possibile acquistarla? Riusciremo a trovare un luogo per l’acquisto prima di superare il confine, o il complotto austro-italiano ne impedirà l’acquisto in territorio italiano, e ci obbligherà a percorrere i primi chilometri austriaci sprovvisti del bollino salva multa?
Questi i dubbi prima di fermarci nell’ultima stazione di sosta italiana, tappezzata di segnali e cartelli non proprio in buono stato, che indicano le macchinette teoricamente in grado di erogare la Vignette.
Sembra una stazione completamente abbandonata, e non funzionante, ma incredibilmente anche questa volta siamo salvi.
Nell’ottica di una oculatezza dei costi fin dalla partenza, decidiamo di acquistare il pacchetto “base”, già non così economico e non ammortizzabile per il programma dei soli due giorni austriaci, senza tenere conto dei percorsi a pedaggio speciale, che sicuramente eviteremo nel nostro itinerario fino a Graz e poi fino a Salisburgo, anche a costo di passare nei campi di Heidi con la nostra Opel scattante, e superare i monti dall’alto.
Finalmente giungiamo a Graz, in una zona centrale, alla ricerca di un parcheggio, purtroppo non incluso nell’appartamento che avevo trovato a un prezzo competitivo.
Ma ormai sono le 18:43, e il segnale indica la fascia oraria a pagamento fino alle 19:00. Troviamo solo un posto libero, vicino all’appartamento, decidiamo di scaricare i bagagli e di contattare il Tizio che anche in questo caso, in perfetta tradizione austriaca, ci accoglie a distanza, con un’apertura del cancello e della stanza smart.
Il tempo di utilizzare rapidamente il bagno per rinfrescarsi, senza cambiarsi, per trottare verso il centro, alla scoperta di un luogo dove cenare e dei punti di interesse da immortalare.
Il controllo della macchina è d’obbligo, per una serenità d’animo. In questo caso, però, l’animo è irrimediabilmente squarciato da un fogliettino gentilmente avvolto nella bustina di plastica che si premura pure di proteggerlo dalla pioggia.
Non è necessaria una conoscenza fluente del tedesco, per comprendere immediatamente che si sono divertiti a sanzionare i nostri 17 minuti illegittimi, al caro prezzo di 25€, anche sulla scorta della nostra targa straniera.
Sembra ormai impossibile ricomporre i cocci del vaso, mi sento maltrattata e discriminata in una Graz che, consciamente ho già deciso che non avrà molto da offrire per controbilanciare il danno.
E in effetti, tra le foto ricordo del luogo si staglia quella di Sk Sturm Graz, da inviare a mio padre per un commento calcistico, e la foto autoscatto nella piazza principale con l’ombrello a lato, che sta diventando un segno distintivo, viste le temperature inclementi. Anche la cena a base di tapas austriache deve essere misurata per tenere conto del maltolto, come biglietto di benvenuto.
Senza contare che ciò mina subito il nostro piano di oculatezza finanziaria: al secondo giorno di viaggio abbiamo già una multa all’attivo. E al terzo giorno, nel percorso verso Salisburgo da Graz, il vero complotto austriaco ci impedirà di imboccare in tempo la stradina sui monti e ci obbligherà a percorrere il Maut, con il pagamento del famigerato supplemento.