Like a Lokal

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L’imprenditore location-independent fa del proprio nomadismo un punto di forza. Arriva in un luogo, si...

L’imprenditore location-independent fa del proprio nomadismo un punto di forza.

Arriva in un luogo, si stabilisce, e in base alla durata della sua permanenza riesce a mescolarsi con la cultura del luogo, le persone che incontra, i monumenti di interesse e i locali, visti come un punto di incontro tra local e non con l’occhio fotografico del turista appena arrivato.

Ieri, per la penultima cena, abbiamo preferito al locale super consigliato dall’albergo, il “Lokal”, punto di riferimento della gioventù ceca, che ricerca un posto per mangiare e, soprattutto, bere bene, senza essere sovraprezzato, nei vari luoghi noti meglio come “spenna turisti”.

E noi, dopo dodici giorni in terra ceca, sentivamo di aver raggiunto il giusto grado di fusione con i residenti, per poter vantare la nostra esperienza autentica nel locale Lokal.

Approfittiamo, quindi, dei morsi della fame presenti già nel tardo pomeriggio, per farci strada tra i vari giovani che sono seduti sul marciapiede esterno del locale a sorseggiare i loro boccali di birra bionda, con la preoccupazione di non trovare posto. Invece, individuiamo un tavolo libero. Con paventata sicurezza lo occupo, mentre Andrea viene rassicurato dal cameriere che quel posto non è prenotato, e fa veramente al caso nostro.

Fin da subito, quindi, ci sentiamo addosso gli sguardi dei vicini di tavolo, che comprendono, con compassione, la nostra identità straniera. Ma non ci facciamo spaventare: siamo ancora sicuri di poter dimostrare che meritiamo il nostro posto al tavolo del Lokal.

Prontamente torna il cameriere per chiederci “two beers?” prima di apparecchiare frugalmente il tavolo con i classici sottobicchieri del luogo. Andrea tentenna e vuole prendere tempo, perché teme che arriveranno di default le bionde 0.5 che tutti bevono, ma io non voglio ancora mostrarmi indecisa, quindi, con l’unico scopo di recuperare la nostra credibilità, rispondo con sicurezza “yes”. Spiego ad Andrea l’importanza della mia tempestività nella nostra posizione traballante, sicura che sarebbe tornato a chiederci quale tipologia e dimensione di birra avremmo avuto intenzione di ordinare. La mia birra di riferimento, infatti, non è la bionda che tutti sfoggiano sui loro tavoli, ma una dark di maggior spessore. E avevamo concordato di limitarci a una 0.3 e non di eccedere con una 0.5.

Dopo pochi secondi, il cameriere torna con quello che tutti i lokals ordinano, e che non hanno neppure bisogno di chiedere: due 0.5 rigorosamente bionde. Io sono ormai profondamente amareggiata, Andrea, invece, non si scoraggia e osa addirittura chiedere il cambio di una birra con una dark. Il tipo ci guarda attonito, ma il compatimento è tale che alla fine decide di accontentarci.

Non ci resta più alcuna carta da giocare, è crollata tutta la nostra spavalderia. Ormai siamo ben consci che non meritiamo quel posto tra i Lokal. I dodici giorni non sono stati sufficienti per essere investiti pure della cittadinanza onoraria praghese. 

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