La danza degli ombrelli

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C’è il tempo di fare una chiacchierata con il simpatico concierge. Siamo appena arrivati a...

C’è il tempo di fare una chiacchierata con il simpatico concierge. Siamo appena arrivati a Salisburgo e la prima parola ad accoglierci è in italiano fluente, dopo essere stati sgamati prima de visu che dai documenti, con il desiderio di mostrarsi all’altezza delle recensioni dei tanti turisti italiani, che hanno apprezzato di sentirsi trattati come a casa.

C’è pure il tempo di cambiarsi in stanza, o meglio, di aumentare il peso e il numero dei tessuti invernali da indossare, di acquistare i biglietti e di attendere il bus, senza dover sacrificare il giro turistico dei punti di interesse che vorremmo vedere nel centro di Salisburgo. Ma fa troppo freddo. E il numero di vestiti che abbiamo rincarato, e che già in passato, in altri Grandi Inverni, si sono distinti per una funzione accettabile, non sono sufficienti. 

Il freddo è condito da una pioggia incessante, a forma di aghi gelidi, che sembrano trapassare i nostri ombrelli in trama fashion, la cui già dubbia resistenza è messa ulteriormente a durissima prova dal vento polare sferzante. 

Non ci resta, quindi, che utilizzare la carcassa degli ombrelli per continuare il nostro servizio fotografico tematico, inaugurato a San Marino, questa volta, però, con l’attrezzatura professionale del treppiede, che finalmente ci consente di dilettarci, nel giardino del Palazzo Mirabell, con una serie di scatti, in cui ci muoviamo uno verso l’altro in un teatrino che assomiglia a una danza.

Con tale ambientazione quasi ci dimentichiamo della pioggia e del ghiaccio, ostentando disinvoltura, mentre di fronte a noi due ragazze si alternano in un servizio fotografico singolo, spogliandosi anche del giubbotto, per valorizzare le pose in abiti primaverili colorati e smanicati con lo sfondo grigio del cielo. 

Noi, invece, abbiamo puntato tutto sullo stile degli ombrelli e sull’abbinamento dei colori della sciarpona di lana e delle scarpe da trekking, per le nostre pose della serie, che rappresentano già un notevole miglioramento rispetto alle precedenti inquadrature dal basso dei marciapiedi.

Abbiamo dato proprio tutto questa volta. Così, i nostri corpi si sentano fisicamente costretti ad abbandonare il campo, per stato di ibernazione, e a rinunciare a una classica cena austriaca, in cambio di una più calda cena al riparo della stanza d’hotel, a base di salamini, patatine, insalata di farro, con la bottiglietta da 375 di vino austriaco Blauer Zweigelt, con tanto di etichetta filorussa.  

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